Prestazione energetica nell'edilizia: la proposta di Direttiva
Il 29 luglio 2022 è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il parere del Comitato economico e sociale europeo sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla prestazione energetica nell’edilizia. La proposta in oggetto viene accolta dal CESE (Comitato economico e sociale europeo) favorevolmente in quanto promuove la ristrutturazione degli edifici inefficienti, rappresenta uno strumento per combattere la povertà energetica, consentirà gradualmente di raggiungere servizi energetici decarbonizzati e, entro il 2050, la neutralità climatica.
Gli attestati di prestazione energetica (APE), elemento centrale dell’EPBD, saranno rafforzati nei requisiti, nell’affidabilità e nell’utilizzabilità. Per garantire tali risultati vengono chiesti maggiori controlli e un sistema di controllo ben funzionante.
Viene proposta la riduzione del periodo di validità dell’APE a cinque anni per il parco immobiliare meno efficiente, la necessità che gli esperti siano qualificati o certificati e indipendenti e il requisito esplicito di includere una visita in loco prima di rilasciare l’APE.
Agli APE si aggiungerà, entro il 2024, il “passaporto di ristrutturazione”, documento non obbligatorio che consentirà ai cittadini un accesso più agevole di ora alle informazioni sugli edifici. Il documento includerà ampi benefici legati alla salute, al comfort e alla capacità di adattamento dell’edificio ai cambiamenti climatici.
Viene riconosciuta la necessità di includere obblighi relativi alla comunicazione delle emissioni di carbonio nell’intero ciclo di vita degli edifici (produzione e costruzione, utilizzo e fine vita), in quanto il fattore principale di impatto climatico derivante dalle nuove abitazioni potrebbe provenire dai materiali utilizzati e dallo sforzo di costruzione. Le valutazioni del ciclo di vita potranno mettere a confronto le diverse scelte di materiali e di tecniche per orientarne il progetto.
Viene chiesto di attuare un processo di “comunità” per la formazione e il miglioramento delle competenze delle maestranze del settore edilizio.
Vengono proposte una serie di modifiche e di aggiunte all’attuale EPBD, in particolare che:
- dal 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero (gli edifici pubblici già dal 2027). La definizione di “edificio a emissioni zero” dovrà includere valutazioni sulla sua interazione ottimale con i sistemi energetici circostanti e comprendere tutte le emissioni intrinseche di gas a effetto serra;
- gli edifici di proprietà di enti pubblici e gli edifici non residenziali dovranno raggiungere entro il 2027 la classe F e, entro il 2030, la classe E. Tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe F entro il 2030 e la classe E entro il 2033. Tali requisiti porteranno entro il 2033 a un miglioramento di oltre il 15 % del parco immobiliare;
- l’obbligo dell’APE sarà esteso agli edifici in fase di ristrutturazione importante, agli edifici per i quali viene rinnovato un contratto di locazione e a tutti gli edifici pubblici;
- i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici saranno integrati nei piani nazionali per l’energia e il clima per garantire la comparabilità e il monitoraggio dei progressi, comprese le tabelle di marcia per eliminare gradualmente i combustibili fossili nel riscaldamento e raffrescamento entro il 2040 al più tardi;
- gli Stati membri saranno invitati a includere considerazioni sulla ristrutturazione nelle regole di finanziamento e a stabilire strumenti adeguati, in particolare per le famiglie a basso reddito;
- sarà introdotta una clausola di decadenza per gli incentivi finanziari all’uso dei combustibili fossili negli edifici;
- sarà richiesta la creazione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici e la creazione di spazi di parcheggio per le biciclette.
Relativamente ai finanziamenti attualmente sono generalmente erogati al completamento dei lavori di ristrutturazione, il che può rappresentare un ostacolo all’avvio dei lavori stessi. Il CESE raccomanda invece che la nuova EPBD stabilisca sistemi di finanziamento che coprano almeno in parte i costi iniziali.
Viene chiesto l’ampliamento della definizione di “energia da fonti rinnovabili” per includere più fonti di energia, come l’energia ambientale sfruttata da dispositivi elettrici come le pompe di calore; viene suggerito che la biomassa e il biogas siano definiti come parzialmente rinnovabili, poiché solo una parte molto piccola della biomassa utilizzata o del biogas prodotto può essere considerata
completamente rinnovabile. Potrebbe essere introdotto un nuovo allegato alla direttiva in cui si determini l’impatto climatico delle diverse forme di biomassa, della produzione di biogas e dell’energia liquida.
Il 29 luglio 2022 sono anche stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea i seguenti documenti connessi al tema della prestazione energetica in edilizia:
- parere del Comitato europeo delle regioni — Modifica della direttiva sull’efficienza energetica per realizzare i nuovi obiettivi climatici per il 2030.
- parere del Comitato europeo delle regioni — Modifica della direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili per realizzare i nuovi obiettivi climatici per il 2030
- parere del Comitato economico e sociale europeo sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla tutela penale dell’ambiente e che abroga la direttiva 2008/99/CE.
Tutti i documenti sono disponibili nell’area legislazione del sito CTI.
Tratto da "CTI Energia e dintorni" di settembre 2022 - articolo di Giovanni Murano – Funzionario Tecnico CTI